Marissa Mayer, maternità e carriera: la differente cultura tra Italia e America
Un antico detto recita “Paese che vai usanze che trovi”
e, se l’Arabia Saudita per la prima volta festeggia la partecipazione delle sue
atlete alle Olimpiadi, in altri paesi più occidentali l’integrazione femminile
è molto più capillare anche se, spesso, non abbastanza.
Una donna può lavorare quanto un uomo, occupare gli
stessi ruoli, assumersi le stesse responsabilità e, infine, ottenere lo stesso
stipendio.
Una realtà che in Italia non sempre è garantita
soprattutto quando entrano in gioco altri fattori: la giovane età e la
predisposizione alla maternità.
Cosa farebbe un’azienda se la propria dipendente
neo assunta comunicasse un’imminente gravidanza?
Nulla per fortuna perché la legislazione a tutela della
maternità cautela questo periodo di gravidanza e puerperio anche nell’ottica
della salute e sicurezza di gestante e nascituro.
La notizia, però, non sarebbe automaticamente “piacevole”
perché in questo caso entrano in gioco altri fattori quali “la sostituzione” in
azienda, problema direttamente proporzionale alla qualifica e al ruolo in
azienda. Il nostro paese, infatti, non è ancora organizzato con banche dati
specifiche o adeguati strumenti di supporto – economici e non solo – per quegli
imprenditori che cercano a breve termine e per un breve periodo una risorsa
qualificata da utilizzare in azienda.
Sono passati diversi anni dal ruolo interpretato da Diane
Keaton nel film Baby Boom e l’America - ora come allora - ci precede e ci
mette di fronte alcune realtà da valutare con particolare attenzione:
1. Le americane riescono a ottenere posti di potere con
più facilità delle italiane;
2. Le americane riescono a raggiungere quelle poltrone
prima delle italiane;
3. Le americane vivono con meno angoscia il congedo di
maternità;
La nota più importante, però, in questo frangente è che
esiste almeno una donna americana che incarna tutte e tre le caratteristiche
sopra citate. SI tratta di Marissa Mayer, 37 anni, da poco CEO di
Yahoo!che ha appena annunciato di essere in attesa di un figlio”.
Il commento dei suoi superiori? “Nessuno ha mostrato
particolare preoccupazione – ha dichiarato la donna -, dimostrando la
loro apertura mentale”.
E se, invece, la cultura americana fosse simile a quella
italiana ma si stesse cercando di fare “buon viso a cattivo gioco?”
Con la CEO – futura madre l’azienda informatica si sta
conquistando più di un primato:
“delle aziende hi-tech quotate tra le 500 maggiori d’America
secondo Fortune sarebbe la prima capo del consiglio d’amministrazione in attesa
di un figlio”.
Andando oltre la prima impressione, però, si potrebbe
pensare che la scelta della Mayer non sia tanto differente da quella italiana
e, al desiderio di maternità, ha posto davanti quello di carriera. Ciò che è
differente, rispetto al trend del nostro paese, è che negli States si può
veramente raggiungere il vertice prima dei 40 anni.
Donna, manager e madre. Un connubio possibile in
Italia?
Probabilmente si tratta ancora di un ancroniscmo poiché
una madre necessita di una flessibilità oraria che, seppur prevista
dalla legislazione italiana, non sempre è concessa o è possibile.
Nel nostro paese la madre è vista come il centro del
focolare domestico e non bisogna dimenticare che siamo ancora lontani dagli obiettivi
di Lisbona in relazione alla quantità di posti nelle scuole per l’infanzia.
E’ veramente possibile incastrare riunioni o pranzi di
lavoro con gli orari scolastici del bambino?
Nel settore pubblico l’avanzamento di carriera è per
anzianità e titoli di studio ma, nel settore privato, contano più la dedizione
e l’impegno in azienda anche oltre gli orari di lavoro che le reali competenze
e capacità dell’individuo.
Cosa bisognerebbe fare per modificare questo sistema?
La concessione del telelavoro e la suddivisione dei
compiti tra i partner sono i primi approcci anche se, questi “timidi approcci”
sono ugualmente mal visti dagli imprenditori.
L’Italia è veramente un paese destinato a essere
guidato da uomini o donne che rinunciano alla maternità?
Fonte: CorriereInformazione
Fonte: CorriereInformazione
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