Nella terra dei grandi scrittori ai bambini non si insegna più il piacere della lettura
L’inizio di un nuovo anno solare segna un momento importante di bilanci e riflessioni su quanto è avvenuto nei 12 mesi precedenti. Cominciano ad apparire, sulla carta stampata e su internet, le statistiche nazionali sugli argomenti e i settori più disparati ma se la maggior parte riguardano dati economici o bilanci utili per chi siede nelle “poltrone del potere” altre, invece, dovrebbero far riflettere i cittadini per comprendere se lo stile di vita adottato sia corretto per il proprio sviluppo culturale, cognitivo e psicosociologico.
Tra i numeri che dovrebbero risvegliare la
sensibilità degli individui ci sono quelli riferiti alla lettura: gli italiani
leggono sempre meno e sempre meno insegnano il piacere di leggere.
A cosa imputare questa disaffezione? Certamente
influisce la vita frenetica vissuta ogni giorno e l’avvento di dispositivi
elettronici che portano internet a portata di mano direttamente sul proprio
cellulare; apparecchi che, ormai, sembrano una vera e propria una protesi del corpo
umano.
Questo, però, non deve far dimenticare l’importanza
della lettura, un esercizio per la mente non soltanto per la necessità di
incamerare nuove informazioni e apprendere nuovi vocaboli ma anche perché protende
verso nuovi orizzonti della fantasia, della scienza e, in generale, del
ragionamento.
Le statistiche rilevate dall’Istat relativamente al 2014 sono
imbarazzanti: il 71,8% dei siciliani, negli ultimi 12 mesi,
non ha letto un libro. Un dato che scandalizza se accostato alla percentuale di
famiglie intervistate che ammette, nel 18,1% dei casi, di non possedere un nemmeno
un libro nella propria abitazione. Il dato è addirittura peggiore di quello
rilevato lo scorso anno nello stesso periodo: nel 2013, infatti, la percentuale
si attestava al 68,9%.
Cosa fare? Ricominciare, quando si desidera offrire un
regalo – soprattutto a un bambino – ad andare in libreria e acquistare un libro
o, qualora si tratti di un adulto, indagare sul genere preferito e optare per
la stessa scelta. Quel che davvero conta non è se si tratti di un best seller o
di un classico ma stimolare la passione della lettura.
Come indurre ai bambini il piacere della lettura?
Potrebbe sembrare banale ma l’esempio è sempre un buon metodo. Un genitore che
un pomeriggio o una sera spegne il televisiore e si siede in poltrona o in un
letto accanto al proprio figlio per leggere un libro fa capire che la lettura
non è una noiosa pratica che va svolta sotto imposizione dai genitori o dagli
insegnanti ma un gradevole modo di trascorrere il tempo. I bambini devono
sentirsi liberi di scegliere il proprio genere letterario e, dunque, anche portarli
in libreria a scegliere ciò che poi dovrà leggere è un’altra strategia da poter
adottare.
Il bambino dovrà iniziare a scoprire il piacere di “collezionare”
libri, conoscerli e saperne parlare e, per aiutarlo in questo processo si
potrebbe creare un piccolo catalogo dei libri (romanzo, racconto o biografia) che sono stati letti. Titolo, autore e data nella quale è avvenuto l'incontro con quel libro. Negli anni il
bambino, diventato adolescente e poi adulto, riguardando la propria
“biblioteca” personale si renderà conto del proprio bagaglio culturale e,
monitorerà il tempo dedicato a questo “sport cognitivo”.
Tutto ciò, però, sarà possibile soltanto se, dai
primi mesi di vita, il bambino avrà a portata di mano un libro, ovviamente
calibrato alla propria età anagrafica, che potrà tenere in mano, sfogliare e
scoprire. Attingere agli scaffali della propria casa, di quella degli amici o
dei parenti come un “assetato in cerca di ristoro”.
I libri plastificati o cartonati sono nati per
resistere anche ai morsi dei primi dentini e, non bisogna preoccuparsi se il
piccolo lo… addenta; si tratterà semplicemente del primo – si spera di una
lunga lista – di testi… divorati!
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